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La retorica dell’avvelenamento del pozzo

Non sempre i dati possono essere fraintesi, e non sempre un’idea di qualche genere è facilmente attaccabile. A volte le evidenze portano in una direzione che non è quella dove vorremmo si andasse e non c’è modo di far invertire la rotta con il ragionamento e le informazioni.

Di come i dati possano essere esposti in maniera fuorviante ne ho parlato in Il ruolo dello snobismo della matematica nelle Fake News (https://short.staipa.it/p51n9) e in Cherry picking, le fake news amano le ciliege (https://short.staipa.it/gq0xv), in Come la narrazione sensazionalistica uccide una notizia vera (https://short.staipa.it/ak6g6) ho parlato anche di come non farsi del male da soli esponendo un’idea, ma non è nessuno di questi il caso, quando tutto depone contro di noi resta un solo strumento, una sola fallacia argomentatival’avvelenamento del pozzo.

Per “avvelenamento del pozzo” si intende un tipo di fallacia argomentativa per cui ciò che sarà sostenuto dall’avversario viene pubblicamente delegittimato in anticipo insinuando un sospetto circa la sua buona fede o sulla sua credibilità. Ogni cosa che dirà l’interlocutore sarà quindi ignorata, considerata irrilevante o del tutto falsa, da parte degli astanti.

L’avvelenamento del pozzo è un caso particolare di argumentum ad hominem. L’origine del termine proviene dalla pratica di gettare una piccola quantità di veleno in un pozzo prima che un esercito nemico invada il territorio, in questo modo tramite una piccola azione si ottengono risultati micidiali.https://it.wikipedia.org/wiki/Avvelenamento_del_pozzo

In pratica si tratta di una tecnica retorica in cui si cerca di screditare un argomento o un individuo presentando informazioni negative o false sul contesto in cui si trova l’argomento o l’individuo stesso. Si cerca di minare la credibilità dell’argomento o dell’interlocutore prima che l’argomento venga discusso o ascoltato.
Il caso tipico è quello in cui durante un dibattito si cerchi di screditare la persona invece di discutere del nocciolo del discorso.
“Cosa vuoi saperne tu che sei…”, “Parli di questo argomento ma tu…”, eccetera.

Esistono molti esempi in cui questo tipo di retorica viene utilizzata, in primis nella discussione degli utenti medi sui social, dove prima di discutere un argomento spesso le persone vanno a verificare sul profilo di una persona quali punti possano essere usati per attaccarlo e poi invece di discutere dell’argomento i due passano agli insulti reciproci. Tipicamente accusandosi a vicenda di essere di una o l’altra fazione politica, come se questo fosse un offesa o come se il mondo si dividesse tutto tra due fazioni opposte.

La retorica dell’avvelenamento del pozzo però viene usata sempre più spesso anche in ambienti o su temi che dovrebbero essere trattati in modo decisamente più professionale ed edificante di un flame sotto un post su Facebook:

  1. Politica: Durante una campagna elettorale, ma ormai anche il resto del tempo, capita quotidianamente che si cerchi di diffondere o rafforzare opinioni e preconcetti per inasprire il confronto verso avversari. In Italia succede invariabilmente e si arriva al giorno delle elezioni senza che molti esponenti abbiano espresso un vero programma, in compenso hanno passato buona parte del tempo a criticare quello che gli altri propongono, quello che hanno fatto i loro predecessori, o quello che rappresentano secondo qualche stereotipo. In parte questa è una delle cause di disinteresse da parte di molti elettori, ed è la causa dell’inasprirsi dei toni e del fatto che la propaganda elettorale sia più vicina a una gara di insulti su Melee Island (https://short.staipa.it/owt3f) che a una discussione tra persone adulte.
  2. Multinazionali: Esistono aziende più o meno etiche, e che producono prodotti più o meno validi, ma quanto spesso capita che ci siano delle vere e proprie campagne di odio nei confronti di alcune di esse? Fino a qualche anno fa andava di moda una battaglia a spada tratta contro alcuni fast food, per un po’ si sono viste battaglie contro alcuni grandi produttori di prodotti tecnologici per dove e come fabbricano i loro prodotti, invariabilmente senza chiedersi dove e come lavorassero i diretti concorrenti. Più un’azienda è grande, più sarà probabile debba affrontare di queste campagne, che poi tipicamente nel giro di pochi anni passano al dimenticatoio se a farle non è il presidente degli Stati Uniti.
  3. Pubblicità: Una società potrebbe lanciare una campagna pubblicitaria che diffonde informazioni false o fuorvianti sui prodotti dei suoi concorrenti, cercando di danneggiarne l’immagine e di guadagnare così una quota di mercato. Un esempio è stato quello dell’Olio di Palma di pochi anni fa (https://short.staipa.it/e0usw) quando diverse campagne mediatiche hanno puntato in modi diversi sul prodotto, dal punto di vista salutistico, di sostenibilità, di pericolosità, modificando il mercato nella direzione di utilizzare altri tipi di olii che non sono necessariamente più sani, né più sostenibili ma coltivati e prodotti da aziende diverse.
  4. Religione o filosofia: Da quanti anni sentiamo parlare di religioni diverse da quella dominante come di terroristi, come di persone che vogliono portarci via le nostre tradizioni, come di persone che ci stanno invadendo? Secondo le stime di uno studio del 2021 del Centro studi sulle nuove religioni (CESNUR), il 74,5 per cento degli italiani e degli stranieri residenti nel Paese è cattolico, il 15,3 per cento ateo o agnostico, il 4,1 per cento cristiano di altre confessioni, il 3,7 per cento musulmano e il 2,2 per cento seguace di altre religioni (https://short.staipa.it/tn2kv). Ma per alcuni esponenti politici è fondamentale alimentare la paura di questa invasione. La paura raccoglie consensi, a discapito però di persone oneste che finiscono per essere oggetto delle ripercussioni di chi è spaventato.
  5. Immigrazione: vale più o meno quanto sopra per quanto riguarda le paure, ma anche qui vanno considerati i dati (https://short.staipa.it/z0wl8). Negli ultimi dieci anni sono sbarcate circa 1 milione di persone, vuol dire che tra alti e bassi la media sarebbe di circa 100.000 all’anno e in Italia siamo 60 milioni. Non sembrerebbe un’invasione, soprattutto se ben gestiti dato che la gran parte di loro vorrebbe andare in altre aree dell’europa. Resta un problema da gestire, certo. Ma non è terrorizzando gli elettori e parlando di invasione che si risolvono determinate problematiche, eppure la paura porta voti, molti voti. Forse se c’è un problema è nella difficoltà di fare figli da parte degli italiani dato che dal 2021 al 2022 sono diminuiti ci sono stati quasi 33.000 cittadini italiani e 7.000 nascite in meno (https://short.staipa.it/ozn5b) e non ci sono abbastanza asili (https://short.staipa.it/spc0i) per mandarci i figli se hai il coraggio e la disponibilità economica di farli e mantenerli.
  6. Destra, Sinistra, su giù centro: esistono istanze come quelle dei diritti delle minoranze o della salvaguardia dell’ambiente o la che non dovrebbero essere legate a una specifica corrente politica, eppure molto spesso per screditarle si usa proprio tale appartenenza. In altre nazioni sono cose che vengono spinte superpartes indipendentemente dall’appartenenza politica. Da noi invece di discutere gli argomenti si tende a discutere di preconcetti che ci stanno attorno. Quante volte se si parla di una tematica di una nicchia ristretta ci si sente attaccati perché “di destra” o “di sinistra”? Anche questo è avvelenamento del pozzo, non affrontare l’importanza della tematica ma le idee generali di chi la porta.
  7. Nuove tecnologie: 3g, 4g, 5g, WiFi, cuffie Bluetooth, sono tutte tecnologie che appena uscite sono state ricoperte di fake news spaventose su rischi, tumori, controllo della mente, ma sono tutte tecnologie che ormai abbiamo assimilato e utilizziamo quotidianamente. Sta succedendo lo stesso con le auto elettriche che secondo alcuni sembrano incendiarsi come fiammiferi quando in realtà i casi di incendio di auto elettriche sono irrisori (https://short.staipa.it/odjc2), succede con Intelligenza artificiale (https://short.staipa.it/s6u5y) e succederà sicuramente con ogni nuova tecnologia.

Insomma, quando su un argomento c’è tanta gente incazzata, o impaurita, è probabile che qualcuno li abbia aizzati. E se qualcuno li ha aizzati un motivo deve esserci; per affondare concorrenti o anche solo per vendere libri, notizie, click.
Forse è meglio fidarsi delle persone pacate, quelle che hanno la lucidità mentale di mettersi a discutere e spiegare come persone adulte e ragionevoli.

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